Fondazione Galileo Galilei
Deviatore angolare

Descrizione

Apparato per la rilevazione a distanza degli angoli, mediante elettromagnete ad anello (Inv. Pisa 1873). Troviamo notizie di questo apparato in una pubblicazione del 1934, per le onoranze ad Antonio Pacinotti. Il lavoro era già pubblicato sul Nuovo Cimento serie 2 vol. IX (1873).
Pacinotti propone il montaggio sperimentale dell'apparecchio per poter trasmettere via cavo, a distanza, le variazioni della posizione angolare di un indicatore, costituito da un ago di ferro posto al centro di un elettromagnete circolare. Egli specifica che inizialmente il metodo poteva essere usato per “telegrafare” utilizzando le lettere dell'alfabeto. Altri suggerimenti sull'uso dell'apparato sono come indicatore di movimento in tempo reale, per apparati posti in luoghi distanti dall'operatore o in condizioni di difficile accesso (valvole, timoni per navi, etc.).
Nel volume si annota che l'apparecchio in oggetto era conservato nel museo A.Pacinotti e risultava "essere oramai ridotto in cattive condizioni" (immagine 1).

L'intervento di restauro

La struttura di legno era rimasta a lungo in ambiente particolarmente umido. Lo si nota dalle macchie di natura varia e le viti di collegamento sono molto arrugginite (immagine 2).
La struttura di legno è stata ripulita dalle macchie più evidenti e gli scollamenti e le rotture sono stati riparati. Gli insetti del legno e della carta [lepisma] hanno lasciato i segni sulla struttura: in particolare la carta sulla quale sono scritte le lettere dell'alfabeto, è macchiata, lacerata e bucata (immagine 3). Sul piano di legno si intravedono, le impronte lasciate da due etichette d'inventario, ora perdute.
Le parti di ottone che erano annerite dall'ossido, e quelle che dovevano esercitare dei movimenti erano bloccate. Le parti in ottone sono state disossidate con EDTA e protette con cera microcristallina. La parte dei contatti di ottone è stata resa scorrevole e lubrificata.
Il cavo di collegamento fra le due parti dello strumento era contorto ed il rivestimento era rotto e mancante in più punti. Pacinotti, illustrando in una nota il metodo con il quale aveva costruito il suddetto cavo, scriveva che la copertura del fascio dei fili di rame è stata fatta con un doppio strato di cotone imbevuto di olio di lino. Oggi rileviamo che l'olio di cui sopra è seccato ed ha tolto la flessibilità al cavo; i maneggiamenti subiti nel tempo lo hanno così malridotto (immagine 4).
Il suddetto cavo è stato raddrizzato il meglio possibile e raccolto in volute piuttosto ampie in modo da evitare ulteriori danneggiamenti, successivamente è stato pulito in superficie con essenza di trementina. I fili terminali collocati in prossimità dell'anello elettromagnetico che erano rotti sono stati saldati. L'indicatore ad ago che era andato perduto e che si trovava all'interno dell'anello suddetto è stato ricostruito e montato sullo strumento (immagine 5). La gommalacca che isola i settori della ruota per la trasmissione della corrente, è screpolata ed è saltato via un piccolo pezzo da uno dei settori.
Sono state smontate le parti che lo consentivano. Il materiale è stato trattato con antitarlo e la pulizia è stata fatta con essenza di trementina, fessure e fori sono stati otturati con stucco in pasta. Le superfici sono state oliate con olio paglierino e passate a tampone con gommalacca e alcool. Le parti in ferro sono state spazzolate dalla ruggine e anch'esse protette con cera. Le mollette per la pressione dei contatti sono ora nella giusta posizione. In seguito all'intervento di restauro, l'apparato risulta essere in parte funzionante, anche se non tutti i settori d'angolo vengono indicati dall'ago, in quanto vi sono alcune interruzioni dei fili di rame all'interno del cavo di collegamento che sono irreparabili (immagine 6).

immagine 6
immagine 1 - Il deviatore angolare prima del restauro
immagine 2
immagine 3
immagine 4
immagine 5
Fondazione Galileo Galilei / Museo degli Strumenti per Il Calcolo