Fondazione Galileo Galilei
Macchina elettromagnetica con sopraeccitatore

Descrizione

La macchina, costruita da Pacinotti molto tempo dopo la famosa "macchinetta", è strutturalmente molto simile a quest'ultima, anche se di dimensioni più grandi.
La caratteristica importante di quest'apparecchio è quello che Pacinotti chiama sopreccitatore: si tratta sostanzialmente di un interruttore montato in asse con il magnete ruotante (immagine 1). La funzione del sopreccitatore, dice il suo inventore, è quella di aumentare l'efficienza nella produzione di corrente mediante l'aprirsi ed il chiudersi dell'interruttore, due volte ogni giro del rotore (immagine 2). L'alternarsi del passaggio della corrente nel circuito, contribuisce ad aumentare il magnetismo nei magneti fissi e per effetto dell'extra-corrente, si ottiene un aumento della forza elettromotrice.

Stato prima del restauro

La macchina in passato era stata verniciata di colore nero in molti punti della struttura, probabilmente quando fu collocata nell'antico museo Pacinotti (immagine 3). L'apparecchio era coperto di polvere e riportava macchie di varia natura sulle parti di legno. Le superfici metalliche erano molto ossidate. Nei punti di rotazione dei particolari metallici troviamo l'accumulo di grasso secco misto a sporcizia di varia natura. I pezzi di gomma bianca che fungono da pressori sui contatti del rotore, sono induriti e incollati al metallo (immagine 1). La puleggia di legno, montata in asse al rotore (immagine 4), era fessurata e tarlata: è stata riparata con resina epossidica e i fori e le fessure sono stati stuccati. L'interruttore manuale a lamina ha due degli otto dentini di contatto rotti e mancanti. In prossimità del punto basso di rotazione del magnete ruotante, troviamo un particolare costituito da un lamierino d'ottone avvitato al basamento. Individuiamo che in origine il pezzo doveva sostenere un tubicino oliatore per il vicino asse ruotante. Due estremità del circuito di filo di rame sono dissaldate dal relativo ancoraggio.

L'intervento di restauro

Per l'intervento di restauro, la macchina è stata smontata in tutte le parti che lo consentivano. È stata rimossa la ruggine dai particolari di ferro con l'impiego manuale di spazzole metalliche e paglietta d'acciaio. Queste superfici sono state protette con soluzione a base acrilica e dove vi sono parti in movimento con olio per armi. Le parti d'ottone sono state disossidate con esametafosfato di sodio e protette con cera microcristallina. I pezzi di gomma bianca, pressori dei contatti di rame, sono stati distaccati dal metallo e protetti coprendoli con segmenti di tubo sottile di plastica bianca rimuovibile. La base di legno verniciata è stata pulita e passata a tampone con vernice alla gommalacca e nerofumo. Le due traversine di legno sono state verniciate a smalto color antracite. Le piastre di ferro che costituiscono i magneti fissi, dopo essere state disossidate, hanno avuto un trattamento di brunitura a freddo. È stato ricostruito e saldato al supporto esistente il tubicino oliatore per la parte ruotante inferiore (immagine 5). Una volta ultimato il restauro, è stata applicata ai morsetti della macchina la tensione di alcuni volt, il rotore ha cominciato a ruotare aumentando gradatamente la velocità (immagine 6).

Macchina elettromagnetica con sopraeccitatore
immagine 1
immagine 2
immagine 3
immagine 4
immagine 5
immagine 6
Fondazione Galileo Galilei / Museo degli Strumenti per Il Calcolo