Fondazione Galileo Galilei
Motore a magnete ad anello

Descrizione

L'apparecchio per forma e dimensioni, è molto somigliante alla famosa "macchinetta", costruita da Antonio Pacinotti nel 1860, ma a differenza di questa è priva della manovella che consentirebbe di farla funzionare come dinamo (immagine 1).
In passato è stata definita copia della "macchinetta". La funzione della macchina doveva essere sostanzialmente dimostrativa. In alcune riproduzioni fotografiche, Pacinotti viene ritratto con questa macchina accanto.
Probabilmente è questa la macchinetta che si trovava collocata sulla mensola nell'aula magna della Università di Pisa, vicina al quadro dell'inventore, fino ai primi decenni del secolo scorso.

Stato prima del restauro

Troviamo la macchina praticamente completa dei particolari essenziali per il suo funzionamento. I fili elettrici di collegamento fra gli avvolgimenti fissi e le altre parti del circuito, sono spezzati in più punti. Due di queste interruzioni le troviamo rasenti ad ognuno dei due solenoidi fissi (immagine 2). Il basamento di legno è tarlato e coperto di polvere e sporcizia varia (tracce di vecchi lubrificanti, etc.) (immagine 3).
Le parti di ferro sono coperte di ruggine, quelle di ottone sono annerite dagli ossidi. Manca una delle quattro rondelle a vite di ottone, montate sulle colonnette di supporto del commutatore a rotelle (immagine 4).
La resistenza elettrica complessiva del circuito è stata misurata e risulta essere di 35 ohm.

L'intervento di restauro

Per l'intervento di restauro la macchina è stata smontata in tutte le parti che lo consentivano. Le superfici di ottone sono state disossidate con esametafosfato di sodio e protette con cera microcristallina. La ruggine sui particolari di ferro è stata rimossa a mano con spazzola metallica e paglietta di acciaio, e le superfici sono state oliate con olio per armi. I percorsi dei fili elettrici sono stati ricomposti e così pure le necessarie saldature. I fili rotti in prossimità delle bobine fisse sono stati riparati, inserendo fra gli spezzoni del filo, dei segmenti di tubicino di ottone saldato a stagno (immagine 5 e 6).

Alcuni tratti di filo, con ancora presenti residui di rivestimento originale, sono stati coperti con vernice alla gommalacca. Il basamento e gli altri particolari di legno sono stati trattati con antitarlo in ambiente sigillato. Queste parti sono state successivamente pulite con essenza di trementina ed olio paglierino. I fori lasciati dai tarli sono stati otturati con stucco plastico colorato.
La suddette superfici sono state passate a tampone con gommalacca ed alcool (immagine 7). Per verificare se in seguito al restauro la macchina era di nuovo funzionante, una volta rimontatata l'apparecchiatura e registrate le relative posizioni dei componenti, è stata applicata una tensione di alcuni volt ai morsetti posti ai lati della macchina, e il motore ha preso a girare agevolmente mantenendo la velocità di rotazione costante.

Motore a magnete ad anello
immagine 1
immagine 2
immagine 3
immagine 4
immagine 5
immagine 6
immagine 7
Fondazione Galileo Galilei / Museo degli Strumenti per Il Calcolo