Fondazione Galileo Galilei
Viale elettromagnetico detto "fucile"

Descrizione

Prototipo di motore lineare utilizzato per esperimenti legati alla balistica. Con questo tipo di elettromagneti montati in serie, opportunamente alimentati, l'inventore sperimentò la possibilità di sparare proiettili usando la corrente elettrica.

Stato prima del restauro

L'apparato non si presenta in buono stato di conservazione. E' coperto di polvere (immagine 1) e tutta la struttura è stata ritoccata in passato con vernice nera (avvolgimenti elettrici compresi). Le superfici delle parti in ferro sono molto ossidate. Il basamento di legno risulta macchiato e graffiato in più punti. Si vedono solo le impronte lasciate dai piedi di appoggio sotto al basamento. Delle placchette di ebanite, montate come distanziatori fra i solenoidi, almeno venti risultano rotte (immagine 2).
Mancano sette delle venti bandelle di lamierino di ferro, che erano montate sopra e sotto gli avvolgimenti a chiudere il circuito magnetico (immagine 3). Le superfici di questi pezzi sono molto corrose dalla ruggine. Alcuni dei fili di rame per i collegamenti fra i solenoidi sono spezzati e dissaldati. Uno dei fili è spezzato rasente all'avvolgimento terminale di una parte della serie. Troviamo avvitata su uno dei lati più lunghi del basamento, una bandella di ottone molto ossidata. Anche sul lato opposto si vedono i fori delle viti di montaggio di un pezzo simile. Non conosciamo l'utilità di questi pezzi. Al fine di garantire un migliore isolamento, fra le spire degli avvolgimenti e le flange di ferro che fanno parte di ogni "rocchetto", il costruttore ha inserito della carta generalmente cerata.
Questa carta in quasi tutti i punti visibili presenta residui di combustione. Molte delle placchette di ebanite hanno subito gli effetti di un eccessivo riscaldamento, ma ciò era meno visibile in quanto il "ritocco" con vernice nera nascondeva il danno. Per quanto abbiamo potuto misurare senza dover rimuovere i collegamenti originali, troviamo continuità nel circuito e isolamento fra i componenti, secondo lo schema così assemblato.
Onde poter separare la serie degli avvolgimenti dal basamento e mantenerne la rigidità necessaria, nella posizione corretta, durante le operazioni di rimozione delle parti da restaurare, è stata inserita una barra filettata all'interno del canale centrale dei solenoidi. Le estremità della barra sono state bloccate con dadi e rondelle.

L'intervento di restauro

Sono state rimosse le placchette distanziatrici e di fissaggio dei magneti. Quelle ancora integre sono state prima sverniciate poi lavate con petrolio bianco. Le viti ed i dadi di ferro di tutto l'apparecchio sono stati spazzolati a mano con spazzole metalliche. E' stato possibile rimuovere la maggior parte della ruggine, anche da quei punti della struttura in ferro adiacente ai solenoidi, usando una piccola spazzola d'acciaio montata su manipolo a motore, e proteggendo durante l'operazione la zona degli avvolgimenti con un pezzo di lamierino metallico. Sono stati spolverati gli avvolgimenti elettrici verniciati con un pennello appena inumidito di essenza di trementina. Si è provveduto successivamente a dare uno strato di soluzione acrilica su tutti i conduttori isolati e la parti in ferro. I fili dissaldati sono stati ricollegati, compreso quello rotto rasente all'avvolgimento. Da una lastra di ebanite sono stati ricavati i distanziatori necessari a sostituire quelli originali, bruciati o rotti.
L'ebanite è stata cortesemente fornita come campione gratuito, dalla ditta Rubberplast di Rosignano Solvay. Sono state ricostruite in lamierino di ferro le bandelle mancanti, da montare sui rocchetti dei magneti. Quelle esistenti sono state disossidate con lo stesso trattamento a mano con spazzola metallica. La superficie è stata protetta con soluzione acrilica. Il basamento di legno è stato pulito e sono stati chiusi fori e fessure con stucco in pasta nero, su alcune parti del profilo della tavola si sono dovute ricostruite in legno le schegge mancanti. La struttura di legno è stata passata a tampone con gommalacca e nerofumo. Sotto al basamento sono stati applicati sei piedini di legno ricostruiti. La bandella di ottone fissata sul lato della base è stata raddrizzata e disossidata con EDTA tetrasodico e protetta con cera microcristallina (immagine 4).
I due "proiettili" (immagine 3) sono stati restaurati saldando a stagno le parti mal ferme, raddrizzando i fili e le lamelle di rame e consolidando il nastro di isolamento del ferro con resina acrilica. Le parti metalliche sono state disossidate e trattate come quelle del fucile già descritte (immagine 6 e 7).

Guarda l'animazione 1 del viale elettromagnetico (file flash)
Guarda l'animazione 2 del viale elettromagnetico (file flash)

Guarda la simulazione 3D del viale elettromagnetico (file flash)

il viale elettromagnetico detto "fucile"
immagine 1
immagine 2
immagine 3
immagine 4
immagine 5
immagine 6
immagine 7
Fondazione Galileo Galilei / Museo degli Strumenti per Il Calcolo