Una campana di bronzo è fatta vibrare per mezzo di un archetto davanti all’apertura di un largo tubo, il cui fondo È fisso, oppure È formato da una sorta di pistone mobile. In quest’ultimo caso, si sposta il fondo per dare al tubo la profondità piÙ conveniente perché il suono venga rinforzato al massimo. Per una campana il rinforzo massimo si ha quando il diametro del tubo è uguale a quello della campana. Naturalmente in presenza di un rinforzo maggiore il suono si spegne più rapidamente. L’effetto di risonanza è tale che, lasciato trascorrere il tempo sufficiente a perché non si senta più alcuna vibrazione, basta avvicinare il tubo alla campana per far riapparire un suono intenso.
Cenno storico
Con questo apparecchio F. Savart è riuscito a far oscillare una gran massa d’aria, per esempio tutta l’aria contenuta in una stanza.
Mediante una membrana sottile coperta di sabbia ha potuto riconoscere dal movimento della sabbia i punti in cui l’aria oscillava più o meno energicamente. Ponendo orizzontale il cilindro rinforzante e spostando la membrana con la sabbia lungo il suo asse poté osservare i nodi e i ventri delle oscillazioni dell’aria.
Il fratello, N. Savart ha continuato queste esperienze studiando la riflessione di onde sonore prodotte da una campana posta a 1,3 metri da terra e a una distanza di 40 o 50 metri da una parete piana e verticale, mentre le onde potevano propagarsi liberamente dal centro in tutte le altre direzioni.
Bibliografia
SAVART, Ann. de Chimie et de physique, 2a. serie, t.XXIV, p. 56. DAGUIN (1878),
t.I, pp. 635-637. VIOLLE (1888), t.II, 1ère partie, pp. 279-280.BATTELLI e CARDANI, vol.II, p. 111. Brenni, (1986) pp. 23-24.