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Metronomo di Maelzel

Tratto da Roberto Vergara Caffarelli, STRUMENTI SCIENTIFICI TRA XVIII E XIX SECOLO NEL DIPARTIMENTO DI FISICA DELL' UNIVERSITA' DI PISA, in:
C.A. Segnini e R. Vergara Caffarelli, ANTICHI STRUMENTI SCIENTIFICI A PISA (SEC. XVII - XX), pp. 105 - 106, Pisa, 1989.


Descrizione
Strumento per misurare il tempo della musica. Il suono del pendolo in movimento, che oscilla con frequenza variabile a piacimento con una battuta secca e nitida, segnala con esattezza la velocità di esecuzione. Può essere utile in alcune esperienze di fisica, per contare unità determinate di tempo; per esempio, può riuscire opportuno per misurare il tempo nella caduta dei gravi lungo il piano inclinato.

Il metronomo di Maelzel è costituito essenzialmente di un pendolo con contrappeso, accorgimento che permette di limitarne la lunghezza. Un pendolo normale non potrebbe servire allo scopo perché le battute nella musica variano da frazioni di secondo fino a parecchi secondi:
per una battuta di un secondo si dovrebbe avere un pendolo lungo circa un metro, ma già per una battuta di due secondi si dovrebbe portarne la lunghezza a quattro metri, aumentando questa proporzionalmente con il quadrato della durata. Il periodo è invece fatto variare spostando un peso p lungo l’asta, che va tanto più piano quando più si allontana il peso p dal punto di sospensione O.
Lo strumento funziona con un meccanismo di ruote dentate mosso da una molla, posto nella base. Dietro l’asta c’è una scala d’avorio numerata, che permette di conoscere il numero di oscillazioni che l’asta compie ogni minuto, in corrispondenza con la posizione del peso lungo l’asta che porta anch’essa divisioni coincidenti con quelle della scala.

Illustrazione del metronomo Le divisioni della scala diventano meno fitte man mano che si procede dall’alto verso il basso: iniziano con 40 oscillazioni e sono segnate ogni due fino a 60, ogni 3 fino a 72, ogni 4 fino a 120, ogni sei fino a 144 e ogni otto fino a 208. Lo strumento, contenuto all’interno di una caratteristica scatola di legno a forma piramidale, con uno sportello anteriore che può essere rimosso, viene azionato portando fuori l’asta, che è flessibile: in questa maniera, per la forma piramidale data alla cassetta, l’asta rimane libera di oscillare e non si interrompe fino a quando non viene spinta di nuovo all’interno.
L’asta, che ha uno spessore di 1 mm e una larghezza di 4 mm, è mobile intorno a un perno posto in O. Il braccio inferiore OP è lungo 40 mm, quello superiore OD circa 140 mm. All’estremità inferiore c’è una lente di piombo P il cui diametro maggiore è circa 20 mm.

Cenno storico
Con il trascorrere del tempo c’è pericolo che si perda il ricordo di come il compositore o i suoi contemporanei eseguivano un’ opera musicale.
Per evitare il rischio di alterare, con un’esecuzione diversa, i passaggi musicali si pensò di costruire uno strumentoche indicasse il movimento che l’autore intendeva dare alla sua composizione. Furono inventati vari apparecchi: il cronometro di Sauver, e i metronomi di Burja, Weisske, Meisson, Stackel e Burg. Infine, aiutato sembra da Gottfried Weber e da Winkel di Amsterdam, Leonard Maelzel inventò questo strumento all’inizio del secolo scorso.

Il restauro

Stato prima del restauro
La scatola di legno (mogano) (immagine 4) ha dei graffi profondi, in basso sul davanti, dovuti alla grattatura di un vecchio numero di inventario. Si nota una scheggiatura in basso a sinistra sullo sportellino frontale. È rotta la parte a punta quadra della piramide e manca il pezzo di legno. Manca lo sportellino sotto il basamento. Il contrappeso indice non è quello originale, le viti sono chiaramente moderne e la dimensione della guida è molto più larga dell’asta oscillante, anche lo spezzone di molla piatta è di dimensioni approssimate. Non c’è la chiave della carica.

L'intervento di restauro
È stato ricostruito (immagine 5) in ottone il contrappeso-indice imitando la forma di quelli dell’epoca. La massa del contrappeso è stata tarata, aggiungendo alcune goccie di stagno fuso sul retro del medesimo, fino ad ottenere una discreta precisione del tempo scandito dal metronomo.
Si è raserata la superficie frontale di legno fino a far scomparire i graffi più profondi procurando di ricolorare la zona.
È stata rimossa la vecchia verniciatura oramai rovinata e molto sporca, senza cancellare la patina di colore ne la marcatura in rosso del numero "101" ne quella impressa del numero "331". È stata riparata la scheggiatura in prossimità del pernietto destro dello sportello frontale.
Si è ricostruita la punta (immagine 6) terminale a piramide della scatola utilizzando un vecchio pezzetto di mogano. Sono state stuccate alcune sciupature e piccoli fori che si trovavano sul davanti del mobiletto. Si è riverniciato tutto il corpo in legno dello strumento a tampone, con pulimento di gommalacca e spirito. È stato ricostruito lo sportellino (immagine 7) di legno sul fondo della scatola.

Bibliografia
MAJOCCHI (1850) t.I, pp. 283-285. PERUCCA (1963), v.I, p. 369.

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Scheda
Firma: [etichetta esagonale sulla scatola] Mé TRONOME DE MAELZEL / BREVETé - LA FRANCE - ANGLETERRE - BAVIERE - AUTRICHE ET AUX ETATS UNIS /
[sul meccanismo di orologeria] FURLY / R.DE LA FIDELITé / 2 / A PARIS/.
Identificazione: [etichetta metallica] 101. [Stampigliato] 101. [Inciso] 331.
Provenienza: Marloye.
Prezzo: Lire 8.
Materiale: Legno ottone, acciaio, piombo, avorio.
Dimensioni*: 108 x 108 x 225.
Datazione: è presente nell’inventario del 1880.
*Le dimensioni, che saranno espresse sempre in millimetri, devono essere intese come approssimative, anche perché gli oggetti possono avere dimensioni variabili. Nella scheda, quando sono indicati tre numeri si intenda: lunghezza x larghezza x altezza.
immagine 4
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