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Cannocchiale rifrattore di Fraunhofer in ottone

Tratto da Roberto Vergara Caffarelli, STRUMENTI SCIENTIFICI TRA XVIII E XIX SECOLO NEL DIPARTIMENTO DI FISICA DELL' UNIVERSITA' DI PISA, in:
C.A. Segnini e R. Vergara Caffarelli, ANTICHI STRUMENTI SCIENTIFICI A PISA (SEC. XVII - XX), pp. 192, Pisa, 1989.


Descrizione
Strumento dei primi decenni del secolo XIX.
È firmato "Utzschneider und Fraunhofer in Benedictbeurn".
Joseph Fraunhofer visse dal 1787 al 1826.
Rifrattore di circa 1100 mm di focale e di circa 80 mm di apertura.
Cannocchiale in ottone verniciato di nero, con montatura altoazimutale su treppiede mobile. Non ha scale graduate, né meccanismi di regolazione fine. L’ottica è conservata in una cassetta.
Il tubo è lungo 1125 mm oltre all’oculare scorrevole.
Il treppiede è alto circa 600 mm, la distanza dei piedi dal centro è di circa 280 mm.
Il buono di carico n. 32 del 12.12.1920 gli attribuisce il valore di Lire 280.
Ha un vecchio numero di inventario: 83.
Numero di inventario: 36.
Materiale: ottone, vetro.
Cassetta con l’ottica:
Cassetta di legno porta ottica. Contiene un obiettivo (doppietto acromatico), quattro oculari di diversa focale, un diaframma e un filtro solare.
Il buono di carico n. 44, non datato, gli attribuisce il valore di Lire 1800.
Ha un vecchio numero di inventario: 517.
Numero di inventario: 37.
Materiale: ottone, vetro, legno.

Il restauro

Stato prima del restauro
La vernice presenta puntinature da ossido dell’ottone sulla struttura sottostante. Le parti in ferro risultano corrose e ossidate. Il tubo oculare (il più lungo) ha una delle ghiere ferma-lenti, la prima dalla parte dell’obiettivo, bloccata solo dall’ossido. La lente quindi risulta poco più che appiccicata sulla ghiera, in quanto l’alloggiamento non esiste più.
La cassetta portalenti ha il coperchio deformato ed è annerita in diverse parti.
Il doppietto di lenti che costituisce l’obiettivo è molto sporco, anche all’interno delle due lenti.

L’intervento di restauro
È stata ripulita tutta la struttura con prodotto idoneo a rimuovere l’ossidazione senza compromettere la laccatura di colore nero. Si sono trattate le superfici di ferro con disossidante e sono state brunite a freddo le parti più in evidenza. Tutto lo strumento è stato protetto con cera microcristallina e tutte le parti in movimento sono state lubrificate.
È stato smontato l’obiettivo e ripulita ogni superficie delle lenti.
La piccola lente dell’oculare con l’alloggiamento corroso è stata rimossa, e una volta ripulita la parte ossidata dell’oculare stesso è stata riposizionata e fermata con poche gocce di collante appropriato.

 

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