Questo apparecchio nel nostro esemplare è formato da due telai di ottone, uno dei quali è fissato al telescopio e porta ad una estremità un settore dentato a leggera curvatura, a cui si accoppia una vite senza fine, solidale con l'altro telaio e che consente a quest'ultimo di ruotare rispetto al telescopio. Questo secondo telaio, a cui era applicabile una piccola livella per il suo esatto livellamento orizzontale, ha due fili tra loro paralleli, che vengono collocati nel piano focale dell'obiettivo, uno fissato al telaio e l'altro portato da una slitta che scorre sul telaio e il cui movimento è regolato da una vite micrometrica. Un filo perpendicolare ai primi due è ugualmente fisso al telaio.
Il passo della vite micrometrica è di 0.63 mm e il suo movimento, realizzato con una manopola, è segnalato da un indice ad essa applicato e l'angolo di rotazione è letto sopra una scala circolare che porta 40 divisioni, sufficientemente grandi per cui è facile valutarne ad occhio i quinti. In definitiva l'avanzamento di uno dei due fili è controllabile con una precisione di circa 3 millesimi di millimetro.
Ogni giro della manopola viene registrato in un altro indice che appare al di sotto di una finestra aperta nel disco della scala graduata. Se gli astri sono sufficientemente brillanti da essere visti anche con una illuminazione artificiale del campo si possono utilizzare fili di ragnatela per una maggiore precisione. Nel nostro esemplare, che è giunto privo di fili, sono stati applicati fili di rame del diametro di 50 millesimi di millimetro. Nell'inventario nel 1763 lo strumento viene descritto con il
numero 9 nella seguente maniera:
Una cassetta di Mahogan con sua toppa, e chiave, entro la quale è chiuso il micrometro montato con suoi fili dargento, ed in altra divisione di detta cassetta vi è un piccolo livello con due altri pezzi dottone appartenenti al medesimo micrometro.
Nell'inventario del 1831 la descrizione vien fatta invece in questo modo:
n. 10, una cassetta di Moogan con sua toppa e chiave entro detta scrivania e nella qual cassetta il micrometro montato con suoi fili d'argento ed in altra divisione di detta cassetta vi è un piccolo livello. Corrisponde al numero 16 del citato inventario. Esiste il suddetto micrometro e livello, ma quest'ultimo ha perduto la vernice ed ha il tubo vuoto. La chiave della cassetta non si sa ove sia.
Il micrometro è ricordato dal Perelli nel libro OBSERVATIONES SIDERUM HABITAE PISIS IN SPECULA ACADEMICA AB ANNO LXV. VERTENTIS SAECULI XVIII. AD ANNUM LABENTEM LXIX, edito nel 1769, che ne inserì una succinta descrizione accennando alla piccola livella, oggi probabilmente perduta.
Il restauro
Stato prima del restauro
L'apparecchio ( immagine 3) presenta ampie zone ossidate da far supporre che la struttura non sia stata verniciata con lacca. Manca una vite del carter di protezione della vite micrometrica.
Sono presenti piccolissimi frammenti di filo sottile non metallico sotto le viti di serraggio dei crocifili.