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Strumento dei passaggi di Schröder

Descrizione

È un telescopio sostenuto perpendicolarmente alla sua lunghezza (che è circa 3,3 m) da un asse formato da due tronchi di cono connessi tra di loro da un cubo centrale cavo, con cui formano un corpo unico lungo 1,7 m. La forma conica serve a dare maggior resistenza alla flessione. A questo cubo sono connessi le due parti tronco-coniche del telescopio, quelle rispettivamente con l'obiettivo e con l'oculare. L'asse viene posto lungo la direzione est-ovest, perpendicolare all'asse ottico del telescopio che si muove nel piano meridiano locale. Il movimento nel piano meridiano viene letto su due cerchi laterali incompleti, divisi in due sezioni, ognuna di 110 gradi, a loro volta suddivisi in tre parti.
La numerazione è ogni 10 gradi. Ogni cerchio ha un nonio con zero centrale e 10 divisioni per parte, in corrispondenza di 19 piccole divisioni del semicerchio (che corrispondono a 6 gradi e 1/3). Un sistema di contrappesi alleggerisce lo sforzo dell'asse sui supporti di agata. Il telescopio possiede una grande livella che può venire sospesa in modo da mettere in bolla l'asse dello strumento. L'esistenza di due nonii diminuisce l'errore perché possono essere considerate due letture indipendenti.

Unito ad un orologio regolato in tempo siderale permette di misurare l'ascensione retta di un oggetto stellare, mediante la lettura del tempo di passaggio al meridiano. Se invece si conosce l'ascensione retta di una stella è possibile verificare l'andamento dell'orologio ed eseguire eventuali correzioni del suo moto.


Il restauro

Stato prima del restauro
Lo strumento è rimasto attaccato ad una parete ed in disuso da molti anni, come è testimoniato da polvere e ossidi (immagine 2). Inoltre in quella posizione è evidentemente impossibile qualsiasi tipo di osservazione del cielo.
L'obiettivo è montato capovolto e risultano mancanti numerosi pezzi: l'oculare, il reticolo con il suo tubo dal movimento a cremagliera, i contrappesi alle leve che servono ad alleggerire il carico sui punti di rotazione del cannocchiale e ad uno dei ganci manca un pezzo del legno di guarnizione. Mancano 12 viti di ferro che vincolavano uno dei tubi del cannocchiale al cubo centrale e le due viti di fissaggio dei pezzi tronco-conici che supportano i nonii per la lettura della inclinazione.
La molla piatta d'acciaio che serviva da reggispinta assiale orizzontale è troncata e manca anche la parte cilindrica di testa che doveva trovarsi sull'asse del supporto opposto.
Tutta la struttura di ottone presenta molti graffi e ampie zone ossidate e sono evidenti molte macchie di vernice (immagine 3) murale bianca. La vernice di lacca (immagine 4) che in origine ricopriva lo strumento originale adesso lo ricopre per circa il 50%.

L’intervento di restauro
Lo strumento era situato a tre metri di altezza ad una parete sottostante la terrazza della specola nel palazzo della Sapienza. Dato il suo peso, di circa 70 kg, esso è stato rimosso con particolare cautela dalla sua posizione con l'ausilio di un piccolo paranco.
Una volta a terra è stato smontato (immagine 5) in quasi tutti i componenti.
Sono state disossidate tutte le superfici d'ottone conservando al massimo quello che rimane della vernice originale. Sull' intero strumento è stata applicata cera microcristallina per la protezione della superficie.
Lo strumento riassemblato è stato poi collocato su una struttura di tubolare di ferro, appositamente costruita, che ne consente la rotazione sull' asse orizzontale come quando lo strumento era in uso. Sono stati ricostruiti due cilindri metallici per simulare i due contrappesi delle leve.

 

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