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Telescopio a riflessione di Thomas Wright

Tratto da Roberto Vergara Caffarelli, STRUMENTI SCIENTIFICI TRA XVIII E XIX SECOLO NEL DIPARTIMENTO DI FISICA DELL' UNIVERSITA' DI PISA, in:
C.A. Segnini e R. Vergara Caffarelli, ANTICHI STRUMENTI SCIENTIFICI A PISA (SEC. XVII - XX), pp. 192, Pisa, 1989.

Descrizione
Strumento della prima metà del XVIII secolo.
È firmato " T.Wright fecit ". Si conosce, come astronomo, Thomas Wright (1711-1786).
Riflettore in configurazione Gregory, con specchio di circa 60 mm di diametro, montatura azimutale con treppiede fisso, senza scale graduate né regolazioni fini. Mira di puntamento a traguardo. Messa a fuoco con specchietto secondario che può essere mosso mediante una lunga vite esterna.
Il tubo è lungo 356 mm, con oculare di 96 mm. Diametro del tubo 65 mm.
Il treppiede è alto 290 mm, la distanza dei piedi dal centro è di circa 130 mm.
Il buono di carico n. 32 del 12.12.1920 gli attribuisce il valore di Lire 36.
Numero di inventario: 39.
Materiale: ottone, vetro.


Il restauro

Stato prima del restauro
Lo strumento è completo di tutte le parti.
Al momento si suppone che sia lo specchio principale che quello secondario siano stati costruiti per fusione con il cosiddetto bronzo da specchi o lega speculum, costituita da rame con il 30-40% di stagno, poi torniti e resi speculari. Lo specchio (immagine 2) primario presenta sulla superfice riflettente molti e sottili graffi, mentre il secondario ha sulla superficie riflettente una vistosa impronta (immagine 3) digitale.
Il piccolo tubo dell'oculare presenta una bozzatura (immagine 4) da urto, mentre una lente dell'oculare è scheggiata sul bordo. Le superfici dello strumento, in origine ricoperte da laccatura, sono state deteriorate al 70-80% da precedenti interventi di pulitura con disossidanti contenenti abrasivi, che hanno lasciato grandi quantità di residui soprattutto negli interstizi. Inoltre il maneggiamento delle superfici di ottone prive di protezione ha provocato l'ossidazione di ampie zone (immagine 5) dello strumento.
L'asta di ferro che muove lo specchio secondario e che guida la messa a fuoco è ossidata e non più dritta; l'accoppiamento filettato (immagine 6) con la chiocciola di ottone ha un gioco eccessivo.
La vite (immagine 7) a "galletto" che blocca lo snodo per il movimento verticale del telescopio ha le alette piegate a causa di eccessive forzature nelle manovre di bloccaggio

L’intervento di restauro
La prima operazione è consistita nello smontare lo strumento in ogni sua componente, poi è stato rimosso lo sporco con petrolio lampante.
Le parti di ottone ossidate sono state trattate con apposita soluzione in modo da riportare la superficie alla colorazione simile a quella dell'ottone ancora protetto da laccatura; al tempo stesso si è cercato di conservare le poche zone (immagine 8) ancora verniciate.
L'asta di ferro che manovra lo specchietto è stata ripulita dalla ruggine e raddrizzata; inoltre è stato ridotto il gioco nella chiocciola di ottone stringendone le due parti elastiche fino alla giusta misura.
Sono state raddrizzate le alette della vite di fissaggio dello snodo per il movimento verticale, e tutte le parti dello strumento, ad esclusione di specchi e lenti, sono state protette con cera microcristallina; le parti in movimento sono state lubrificate con vasellina pura.
Infine si è proceduto riassemblaggio al dei componenti; si noti che non è stata eseguita alcuna operazione di pulizia sulle superfici degli specchi, in quanto non è al momento prevedibile un riutilizzo del telescopio per osservazioni astronomiche.

 

 

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