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Elettromagnetismo

Galvanometro astatico
di Du Bois e Rubens

Tratto da Roberto Vergara Caffarelli, STRUMENTI SCIENTIFICI TRA XVIII E XIX SECOLO NEL DIPARTIMENTO DI FISICA DELL' UNIVERSITA' DI PISA, in:
C.A. Segnini e R. Vergara Caffarelli, ANTICHI STRUMENTI SCIENTIFICI A PISA (SEC. XVII - XX), pp. 166 - 167, Pisa, 1989.

Descrizione
L'intensità della corrente elettrica che fluisce in un conduttore può essere misurata in varie maniere, tra cui le più usuali sono due: a) facendo passare la corrente nelle spire di un quadro mobile, e utilizzando l'accoppiamento del campo magnetico prodotto, con quello di un magnete nei cui poli la bobina è collocata; questo sistema è quello per esempio del galvanometro di Deprez e d'Arsonval. b) Un altra maniera è quella di usare un "equipaggio galvanico" costituito da un gruppo di piccoli magneti, messi al centro di una bobina. Mentre nel primo caso il campo magnetico terrestre non ha influenza tra i poli del magnete a ferro di cavallo in cui è alloggiata la bobina mobile, nel secondo caso bisogna tener conto del campo magnetico terrestre o annullarne gli effetti. Questo galvanometro è ad aghi mobile, ed è astatico, cioè l'effetto del campo magnetico terrestre viene praticamente annullato. Il sistema nelle linee essenziali è stato immaginato dal Nobili. Ha subito miglioramenti dal Thomson.

Illustrazione Una serie di aghetti viene incollata in un sottilissimo foglio di mica. Si preferisce unire in un fascio tanti piccolissimi aghi con le polarità concordanti, piuttosto che prenderne uno solo più grande, per avere l'intensità del campo desiderata con poca massa, onde facilitare lo smorzamento delle oscillazioni. Due di questi fasci sono uniti rigidamente ad una sbarretta con le polarita di un gruppo opposte a quelle dall'altro. Ogni fascio è all'interno di una bobina in cui la corrente circola in direzioni opposte. L'effetto del campo magnetico terrestre viene annullato perché agisce su un fascio in un verso e sull'altro nel verso opposto.
Dato che è impossibile avere fasci esattamente uguali, la compensazione non è perfetta, per questo al di sopra del galvanometro c'è un asta che sostiene due sbarre piatte magnetizzate, i cosiddetti "magneti compensatori", che vengono orientate in maniera da diminuire ancora gli effetti residui del campo magnetico terrestre. Questi galvanometri sentono le più lievi perturbazioni del campo magnetico esterno ed è necessario blindarli con una corrazzatura. L'asta che porta i magneti compensatori è lunga 240 mm, e viene ruotata per mezzo di una vite senza fine che si ingrana a una ruota il cui bordo è a cremagliera. Il filo è teso per mezzo di una vite nella parte superiore del telaio, mentre nella parte inferiore si avvolge in una piccola ruota scanalata. La base è di ebonite. I magneti sono sorretti da quattro sbarre di ottone, avvitate alla base. L'apparecchio è contenuto in una scatola cilindrica in cristallo, che ha una finestra rotonda chiusa da un vetro piano, su cui è incollata una lente per concentrare la luce di uno specchio piccolissimo, fissato a un fascio di aghetti.

Bibliografia
DUMONT (1889), pp. 332-333. PERUCCA (1937), pp. 521-522.

 

 

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Scheda Δ
Firma: KAISER & SCHMIDT, Berlin.
Identificazione: [etichetta metallica] 353. [Stampigliato] 353.
Provenienza:acquistato.
Prezzo: Lire 1200.
Materiale: Ottone, ferro, vetro, ebonite.
Dimensioni: diam. del cilindro di vetro 190. Alt. 240.
Datazione: Bolla d'ingresso n. 171 del 1897.