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La bilancia idrostatica

Il restauro

Stato prima del restauro
Lo strumento è composto da una struttura in legno, un basamento con quattro colonne tornite a sostegno di una teca, e dalla bilancia vera e propria che viene descritta in seguito. Il basamento è verniciato di nero, le colonne sono trattate con vernice alla gommalacca mentre il resto della struttura presenta ancora alcune zone con residui della stessa vernice. Tutte le superfici risultano molto sporche e macchiate, segnate dall'uso dello strumento e dai tarli.
Il cassetto che si trova nel basamento è bloccato. Durante il restauro abbiamo trovato al suo interno una serie di 22 pesi punzonati: per 19 di essi, ricavati da lastra di rame, l'indicazione del peso è in denari (1 D= g 1,179), mentre per gli altri tre pesi piú grandi, parallelepipedi di ferro, il peso è in libbre ( 1, 1/2, 1/3) (1 lb= g 339,54). Su questi tre pesi il numero di punzoni corrisponde alla divisione in once pari a 1 oz= g 28,349. Tutti i pesi (immagine 2) sono in particolare stato di ossidazione. Della parte a vetrina manca lo sportello scorrevole frontale e i vetri di ogni lato. Troviamo uno solo dei due sportellini scorrevoli di legno a chiusura dei relativi fori ellissoidali esistenti sul fondo della teca.
Mancano fili e secchielli della parte idrostatica della bilancia e manca il pezzo piú lungo di cornice di testa della vetrina. Sul piano di lavoro della bilancia ci sono molte macchie di natura varia, bruciature, vernici etc. Sono evidenti i segni di ripetute manovre di posizionamento della parte principale dell'apparecchio (immagine 3). La parte essenziale per effettuare le pesate è costituita dai seguenti particolari: una colonna forata fatta con legni diversi, al cui interno si trova il meccanismo in ferro per il sollevamento della parte oscillante dello strumento; un bilanciere in ferro con l'appoggio a coltello, molto ben rifinito; due piatti di ottone sorretti da fili dello stesso metallo.
Il sostegno a colonna è scollato e diviso in due pezzi. Le superfici (immagine 4) sono tarlate e sporche. I particolari di metallo sono molto ossidati. I ponticelli con le pietre dure che sostengono il bilanciere in posizione di riposo sono piegati. Due delle viti della parte alta del sollevatore hanno la testa cilindrica in parte rotta. I due piatti sono particolarmente ossidati e i tiranti di filo di ottone sono piegati e malfermi.
Mancano uno dei due piccoli gioghi di ferro che venivano montati alle estremità del bilanciere per il sostegno dei piatti (immagine 5) e la livella a bolla che era alloggiata sulla testata della colonna. Sul pianetto (immagine 6) vi sono ancora le tre viti per il fissaggio del particolare. La forcella mobile di ottone che blocca il bilanciere è leggermente piegata e manca il filo per manovrarla.

L'intervento di restauro
Tutta la struttura di legno è stata trattata con antitarlo. Si è proceduto con una operazione di smacchiatura delle superfici nelle zone piú compromesse della teca. Fessure e fori di tarlo sono stati stuccati. Nella parte delle colonne questa operazione è stata fatta usando stucco a cera in modo da conservare la vecchia vernice. Le superfici non verniciate sono state trattate con piú mani di turapori alla gommalacca e rifinite a cera. La parte verniciata in nero del basamento è stata trattata con olio paglierino. Del suddetto pezzo è stato raddrizzato il piano della base incollando all'interno della scatolatura un regolo di legno. Si è reso scorrevole il cassetto ed è stata riparata la fessura sul fondo incollandovi un pezzo di tela. E' stato ricostruito lo sportello frontale scorrevole della vetrina e vi sono state applicate due maniglie di ottone fatte appositamente. La parte mancante della cornicetta di testa situata sul lato opposto allo sportello è stata ricostruita. Sono stati rimessi i vetri ai quattro lati della teca utilizzando spezzoni di vecchie lastre recuperate. E' stato fatto l'incollaggio fra base circolare e colonna di sostegno del bilanciere e sono stati raddrizzati i ponticelli che portano le pietre dure per l'appoggio del bilanciere. L'asta del bilanciere è stata raddrizzata e disossidata. Il giogo (immagine 7) di ferro mancante per l'aggancio di uno dei piatti è stato ricostruito a mano. Sulla testa della bilancia è stata montata una piccola livella circolare a bolla d'aria, per la quale è stato costruito il pezzo in ferro di collegamento (immagine 8) al piano. I piatti di ottone sono stati disossidati, i tiranti sono stati raddrizzati e ribattuti leggermente in modo da renderli piú saldi nel collegamento con i relativi pezzi. Una volta raddrizzata la forcella di bloccaggio del bilanciere vi è stato montato un filo di trazione per la manovra di serraggio completo di maniglietta ricostruita in ottone. Le superfici metalliche disossidate sono state protette con cera microcristallina. E' stata fatta una accurata verifica della sensibilità dello strumento che risulta essere di circa 2 millesimi di grammo. La prova di funzionalità dell'apparecchio è stata eseguita pesando in grammi i "pesi" (immagine 9) trovati nel cassetto del basamento.

 

 

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fine sec. XVIII
Inv. I.F.T. n°89
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