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Bilancia Staudinger

Tratto da Roberto Vergara Caffarelli, STRUMENTI SCIENTIFICI TRA XVIII E XIX SECOLO NEL DIPARTIMENTO DI FISICA DELL' UNIVERSITA' DI PISA, in:
C.A. Segnini e R. Vergara Caffarelli, ANTICHI STRUMENTI SCIENTIFICI A PISA (SEC. XVII - XX), pp. 113 - 114, Pisa, 1989.

Descrizione
La bilancia è contenuta in una custodia con telaio in legno munito di vetri, perché correnti d'aria, anche lievi, possono alterarne la posizione di equilibrio ed è sufficiente il calore di una lampadina per dar luogo a correnti di convezione. Frontalmente vi sono due sportellini con doppia chiusura: una levetta è comandata da un pomellino, l'altra da una piccola chiave. Il pannello centrale può tessere tolto facilmente, lasciando libera tutta la bilancia. Altri due sportellini, disposti sui fianchi, si aprono dall'interno. La custodia poggia su tre viti calanti: due sul davanti, poste agli angoli, e una al centro della fiancata posteriore. La custodia ha anche due cassettini, con piccoli pomelli in avorio.
Secondo l'inventario del 1880 questa bilancia ha la precisione del quinto di milligrammo, con un carico massimo di 250 gr. Questa precisione dipende sia dalla precisione raggiunta nell'eseguire i campioni delle masse, sia dall'azione del cavalierino. Il movimento del cavalierino, che in genere ha una massa di 10 mgr e viene posto a cavallo sul lato superiore destro del giogo, è effettuato dall'esterno mediante un'asta cilindrica che scorre parallelamente al giogo stesso, lungo una guida fissata alla custodia di legno. All'estremità dell'asta sporge verso il giogo un piccolo braccio, che è traversato da un corto ago che può essere facilmente insinuato nel cavalierino per toglierlo dal giogo o può essere facilmente sfilato da esso, una volta sistemato il cavalierino nella posizione voluta. Il giogo, lungo circa 455 mm, possiede una graduazione simmetrica, con lo zero al centro, divisa in 50 parti, numerate ogni cinque, ma solo da 1 a 9, perché dopo le ultime cinque divisioni non c'è numerazione. La distanza tra due divisioni è di circa 4,3 mm, ma non è utile infittire le divisioni, poiché la bilancia non è sensibile a spostamenti minori del cavalierino. Variando di una divisione il cavalierino, si ha una variazione di un quinto di milligrammo, perché la scala termina proprio sopra il punto di sostegno del piatto.
Il fulcro centrale è un coltello in acciaio, che poggia su un piano di materiale non identificato, che potrebbe essere rubino, perché di questo materiale ha il caratteristico colore rosso; dello stesso materiale rosso sono fatti i piani posti alle estremitá del giogo, sui quali poggiano i due coltelli, a loro volta solidali con i complessi che sostengono i piatti della bilancia. Un sistema di viti regola l'altezza e l'orientamento del coltello centrale, mentre i coltelli laterali sono regolati con l'azione contrastante di due coppie di viti. Con questi piccolissimi movimenti si rendono complanari i tre coltelli. Due viti laterali con dado circolare che funziona da contrappeso, permettono di spostare il centro di gravità del giogo in maniera che esso sia esattamente lungo il piano verticale che contiene il coltello centrale. Una vite centrale dello stesso tipo permette di alzare il centro di gravità, operazione che aumenta la sensibilità della bilancia.
Il giogo è sostenuto da una colonna di ottone nel cui interno scorre l'asta di un meccanismo, con cui si può tenere sollevato il giogo, allontanandolo dal piano di appoggio e bloccandone anche i movimenti laterali. Il giogo viene abbassato solo quando la bilancia deve pesare, in maniera da non impegnare continuamente i coltelli che sono molto delicati. Una apposita chiave a pomello, conservata in uno dei cassetti, muove il meccanismo, attraverso una apertura al centro della custodia, coperta da un tassellino d'ottone. Quando si abbassa il giogo, liberandolo, il movimento continua, facendo successivamente abbassare due corte colonnine che terminano con un disco grande quanto i piatti della bilancia. Quando le colonnine sono sollevate, i piatti poggiano sui dischi e non impegnano i coltelli che li sostengono al giogo. La colonna che regge il giogo, alta circa 280 mm, ha sul retro un filo a piombo, che passa per un anellino, per porre in verticale la colonna stessa. Una scala di avorio, avvitata ad un supporto di ottone alla base della colonna, ha lo zero centrale disposto esattamente lungo la verticale che contiene il fulcro della bilancia; a destra e a sinistra sono disposte simmetricamente 15 divisioni millimetriche. Quando l'indice è sullo zero il giogo deve essere orizzontale. Se con un soffio leggero si fanno oscillare i piatti, le oscillazioni dell'indice devono avere per centro lo zero della scala. In questo caso si dice che la bilancia è equilibrata.
Nel catalogo 1880 c'è la seguente annotazione: "di non recente modello".

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Scheda Δ
Firma: [in corsivo] C. N? 149.
Identificazione: [stampigliato] 2. [Etichetta metallica] 163.
Provenienza: Staudinger, Giessen.
Prezzo: Lire 300.
Materiale:Ottone, vetro, acciaio, avorio, rubino.
Dimensioni: [custodia] 635x177x493.
Datazione: è presente nell'inventario del 1880.