Fondazione Galileo Galilei
Le Collezioni
Strumenti Scientifici
Strumenti Vari

Emisferi di Magdeburgo

Tratto da Roberto Vergara Caffarelli, STRUMENTI SCIENTIFICI TRA XVIII E XIX SECOLO NEL DIPARTIMENTO DI FISICA DELL' UNIVERSITA' DI PISA, in:
C.A. Segnini e R. Vergara Caffarelli, ANTICHI STRUMENTI SCIENTIFICI A PISA (SEC. XVII - XX), pp. 122, Pisa, 1989.

Descrizione
Illustrazione Questo strumento serve a dimostrare gli effetti della pressione atmosferica e la sua isotropia.
Due emisferi cavi di ottone si aggiustano uno sopra l'altro esattamente. L'emisfero superiore termina in un anello, quello inferiore è fissato a una base e comunica con l'esterno attraverso un rubinetto. Si fanno aderire a tenuta gli emisferi, interponendo una guarnizione anulare di cuoio spalmata di grasso, e si collega il tutto a una macchina pneumatica. Quando l'aria all'interno è rarefatta e il rubinetto è chiuso, la pressione atmosferica tiene così aderenti le due metà che occorre esercitare una forza notevole per separarli. Quando si apre il rubinetto la pressione interna equilibria quella esterna e i due emisferi si separano facilmente.

Cenno storico
L'apparecchio è stato inventato da Otto von Guericke (1602-1686) che fu borgomastro di Magdeburgo nel 1646, a cui si deve anche l'invenzione della macchina pneumatica. Nel 1654 a Regensburg davanti al Reichstag e all'imperatore Ferdinando III Guericke esegui un esperimento con gli emisferi, che furono separati solo con la forza di sedici cavalli, quattro paia per ciascun emisfero.

Il restauro

Stato prima del restauro
L'apparecchio è di ottone, sono presenti nelle loro sedi le guarnizioni di cuoio. Tutte le superfici hanno i segni di precedenti interventi di lucidatura con prodotti abrasivi i quali hanno determinato la rimozione della laccatura originale per ampie zone. Le superfici (immagine 2) rimaste non protette sono ossidate.
Lo strumento aveva probabilmente un altro disco metallico all'interno del basamento, il quale, fissato mediante i tre fori presenti nella parte bassa del piedistallo e che vediamo tappati in con stagno, consentiva il collocamento a tenuta, mediante una guarnizione piatta, sopra la piastra delle pompe da vuoto dell'epoca. Sull'appoggio degli emisferi sono stati praticati in passato due fori passanti di circa 2mm di diametro per ancorarvi una targhetta di inventario con il n°13, ora distaccata. È visibile il numero 72 stampigliato sul gambo dello strumento in prossimità del rubinetto. Sull'emisfero superiore è verniciato di rosso il n°13, fra 1 e 3 s'intravede l'impronta graffiata sul metallo di un altro numero più piccolo, forse il numero 8 (immagine 3) .
Sempre della calotta superiore manca la maniglia che serviva per esercitare la trazione, si è trovato nel foro filettato, dove si avvitava la maniglia, un pezzetto cilindrico di ottone di lunghezza 1cm circa con residui di saldatura a stagno.
Ci preme notare che della calotta superiore si deve essere fatto in passato un uso decisamente improprio, come di campanella, in quanto sono evidenti nell'area di circa un centimetro quadrato i segni di ripetute battiture (immagine 4) con un corpo rigido, i colpi hanno provocato una bozzatura visibile anche all'interno della calotta. Il bordo di appoggio sulla guarnizione dell'emisfero non spiana perfettamente e presenta segni di smerigliatura.

L'intervento di restauro
È stata ridata la planarità al bordo di tenuta dell'emisfero superiore. Sono stati otturati i fori (immagine 5) che servivano per fissare l'etichetta dell'inventario sul piedistallo, con due grani di ottone bloccati con sigillante.
Si è ricostruita a mano la maniglia (immagine 6) di ottone, completa di codolo tornito, che va ad avvitarsi sulla calotta superiore, nella forma che ci è sembrata più rispondente allo stile dell'epoca.
Le superfici dello strumento sono state trattate con soluzione disossidante che non alterasse le condizione della laccatura residua originale. Tutta la struttura metallica è stata protetta con cera microcristallina.

Bibliografia
MAJOCCHI (1850), t.I, p. 466. SALLERON (1864), p. 107. GANOT (1874), p. 92. CAJORI (1909), pp. 60-63. RAGOZZINO e SCHETTINO (1985), pp. 32-33.

 

 

Valid XHTML 1.0 Transitional

Scheda
Firma: Nessuna.
Identificazione: [Inciso sul gambo] 72. [Etichetta metallica] 13. [Stampigliato] 13.
Provenienza: Deleuil, Paris.
Prezzo: Lire 20.
Materiale:Ottone
Dimensioni: ø int. 98, ø est. 113. Altezza 250 [senza anello].
Datazione: è presente nel'inventario del 1880.
immagine 2 Δ
immagine 3
immagine 4
immagine 5
immagine 6